Aumenta il numero dei giovani inattivi che non svolgono formazione
Con il Rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2010-2011 e il comunicato Istat su occupati e disoccupati nel primo trimestre e a maggio 2011 è possibile delineare un quadro preciso del mercato del lavoro italiano in una fase cruciale dell'economia. Il Rapporto Cnel approfondisce alcuni temi critici: la crisi dell’industria ha determinato un calo dell’output potenziale, per cui la relativa diminuzione dell’occupazione può essere riassorbita solo con un aumento degli investimenti e non semplicemente con un’inversione del ciclo. Le tensioni sul mercato delle materie prime e le politiche di rientro del debito allontanano le prospettive di una ripresa significativa. Fortunatamente la caduta dell’occupazione (2%) è stata inferiore a quella del Pil (5%), per effetto degli ammortizzatori sociali (in primis la cassa integrazione).
La crisi ha colpito soprattutto i giovani: essa ha penalizzato coloro che erano impiegati con contratti a termine (molti dei quali non sono stati rinnovati) e il numero delle stabilizzazioni è diminuito dal 31% del 2009 al 22% del 2010. L’effetto scoraggiamento ha aggravato il fenomeno dei Neet (not in education or training nor in employment): il 28,8% dei giovani tra i 25 e i 30 anni non ha un lavoro, né lo cerca, né è coinvolto in processi di formazione. Si è accentuato il divario territoriale: in tre anni (dal 2008 al 2011) il numero degli occupati è diminuito al Sud del 5% e al Nord dell’1,5%. Se tra i disoccupati fossero conteggiati anche gli inattivi potenzialmente attivi, il tasso di disoccupazione al Sud toccherebbe il 24,5%. Ha recuperato l’occupazione femminile, ma tra le donne è aumentata la percentuale delle occupate con una qualifica inferiore a quella posseduta.
L’Istat sottolinea come nel primo trimestre 2011 la crescita tendenziale del numero degli occupati (116.000 unità) sia dovuta esclusivamente alla componente femminile e a quella degli stranieri (276.000 unità) che più che compensano il calo del numero degli occupati italiani (-160.000). La diminuzione degli occupati a tempo indeterminato è stata lieve (-0,1%, pari a -19.000 unità), mentre è cresciuto tendenzialmente il numero dei dipendenti a termine (4,1%, pari a 84.000 unità). Il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni è aumentato dal 28,8% del primo trimestre 2010 al 29,6% del primo trimestre 2011, con un picco del 46,1% tra le donne del Mezzogiorno. Complessivamente il numero degli inattivi è cresciuto soprattutto tra gli stranieri (+165.000). A maggio il tasso di occupazione è stato pari al 56,9%, in crescita di un decimo di punto rispetto ad aprile e stabile rispetto a un anno fa.
Il tasso di disoccupazione si è attestato all’8,1%, con un aumento di un decimo di punto rispetto ad aprile e una diminuzione di 0,5 punti su base annua. Quello giovanile è aumentato in termini congiunturali di cinque decimi di punto, attestandosi al 28,9%. Il tasso di inattività è aumentato in termini tendenziali di tre decimi di punto, attestandosi al 38,0%.
Notizia del 06/08/2011
Fonte: http://italia-lavoro-news.mag-news.it
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